Manometri
- informativa e norme.
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Pressione:
grandezza fisica definita come rapporto tra la forza
agente su di una superficie, in direzione ad essa perpendicolare,
e l'area della superficie stessa, equivalente alla forza
media agente in senso ortogonale sull'unità di superficie.
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Pressione atmosferica: è la pressione
presente in un punto qualsiasi dell'atmosfera terrestre,
generalmente equivalente al peso della colonna d'aria
di sezione unitaria presente al di sopra del punto di
misura. |
Pressione assoluta: è la pressione
misurata assumendo come riferimento il vuoto |
Pressione relativa: è la pressione
misurata assumendo come riferimento un'altra pressione,
tipicamente quella atmosferica. La pressione relativa
può assumere valori negativi, inferiori a quella atmosferica,
ed in questo caso si parlerà di depressione o di vuoto
e si misurerà con un vuotometro o vacuometro.
Esempio:
supponiamo che un serbatoio sia a 10 bar di pressione
assoluta e la pressione atmosferica sia di un bar assoluto,
la pressione relativa sarà di 9 bar.
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Pressione costante: si definisce
costante quella pressione con variazione massima dell'1%
al secondo o del 5% al minuto primo. La percentuale
è riferita al valore di fondo scala. |
Pressione pulsante: si definisce
pulsante quella pressione con variazione eccedente l'1%
al secondo o il 5% al minuto primo. La percentuale è
riferita al valore di fondo scala. |
Vuoto: generalmente si intende
con questo termine uno spazio in cui la pressione atmosferica
è nulla o tende allo zero assoluto. Il vuoto perfetto
(assoluta assenza di materia) non è ottenibile in
laboratorio e non è mai stato osservato in natura. Misurare
il vuoto significa determinare la pressione dei gas
residui. |
Manometro: è lo strumento indicatore
che misura le pressioni relative superiori a quella
atmosferica, non dovrà essere sottoposto a pressioni
inferiori a quella atmosferica. |
Manometro assoluto: è lo strumento
indicatore che misura la pressione assoluta, usando
lo zero assoluto come punto di partenza. |
Vuotometro: sinonimo vacuometro,
è lo strumento indicatore che misura le pressioni relative
inferiori a quella atmosferica, non dovrà mai essere
sottoposto a pressioni superiori a quella atmosferica. |
Manovuotometro: sinonimo
manovacuometro, è lo strumento
indicatore che misura la pressione relativa sia superiore
che inferiore a quella atmosferica. |
Manometro differenziale: è lo
strumento indicatore con due raccordi che misura la
differenza di pressione tra due fluidi o tra due punti
di uno stesso fluido.
Esempio:
supponiamo di misurare la pressione a valle ed a monte
di un filtro, installato su di una tubazione posta alla
pressione massima di 10 bar. La pressione all'interno
della tubazione sarà definita pressione statica (in
es. 10 bar) e la differenza misurata tra la pressione
a monte ed valle del filtro sarà definita pressione
differenziale (del valore anche di pochi mbar), la pressione
differenziale misurata sarà in questo caso proporzionale
al grado di intasamento del filtro stesso.
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Errore: è la differenza tra l'indicazione
fornita nelle prove di laboratorio, in condizioni standard,
ed il valore effettivo della grandezza misurata. Comprende
l'errore di isteresi, di linearità, di campo (span),
e di zero. |
Errore di linearità: è lo scostamento
massimo dell'indicazione fornita dallo strumento in
condizioni di prova rispetto ad una taratura ideale
rappresentata da una retta. |
Errore di isteresi: è la differenza
tra le indicazioni fornite dallo strumento per uno stesso
valore quando questo è raggiunto da direzioni opposte
che siano differenti per più del 10% della scala. |
Sensibilità: è la più piccola
variazione di segnale che determina una variazione apprezzabile
nell'indicazione fornita dallo strumento. |
Ripetibilità: è la differenza
(espressa in % del campo) nelle indicazioni fornite
da uno strumento al quale venga fatto misurare ripetutamente
lo stesso segnale, facendolo arrivare dalla stessa direzione. |
Errore di temperatura ambiente:
è la differenza tra le indicazioni fornite misurando
la stessa grandezza a diverse temperature ambiente.
L'errore di temperatura include l'errore di zero (scostamento
dello zero) che è costante lungo tutta la scala, e l'errore
di campo (scostamento dal fondo scala) che è proporzionale
all'estensione del campo. |
Sistemi di misura della pressione
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dal punto di vista costruttivo, i manometri
genericamente definiti sono classificabili in due grandi
tipologie in base al sistema di misura adottato: quelli
ad elemento sensibile elastico e quelli a liquido. |
Manometri ad elemento elastico
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Manometri
a molla tubolare tipo Bourdon: l'elemento sensibile
è un tubo metallico trafilato a sezione ellittica e
curvato a "C", a ferro di cavallo o a spirale. Una estremità
è chiusa mentre l'altra viene connessa tramite un raccordo
al recipiente del quale si vuole misurare la pressione
o la depressione. Idonei per impiego da -1 a 4000 bar.
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Manometri
con molla a membrana: l'elemento sensibile è una
membrana ondulata flessibile sulla quale agisce la pressione
deformandola, la deformazione misurata viene trasmessa
all'indice dello strumento. Campo di impiego da -1 a
25 bar.
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Manometri
a capsula ed a soffietto: l'elemento sensibile è
una capsula metallica oppure un soffietto; la deformazione
provocata dalla pressione misurata, a cui si oppone
una molla posta internamente, viene trasmessa all'indicatore.
Campo di impiego fino a 6000 mm/H2O di pressione o depressione.
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Manometri a liquido
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Manometri
ad U: sono costituiti essenzialmente da un tubo
ad U riempito per circa metà altezza con un liquido
non volatile di densità nota. Collegando uno dei rami
con l'ambiente di misura il liquido contenuto nel tubo
si sposterà nei due rami della U di un valore tale che
la differenza di peso tra le due colonne di liquido
bilanci esattamente la pressione (o depressione) presente
nell'ambiente di misura. Possono essere ad U con tubi
dritti oppure inclinati. Impiego per scale da -10 a
1500 mm.
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Manometri
a toro pendolare: l'elemento misuratore è costituito
da un toro metallico con camera interna non continua
e chiusa da un diaframma nella parte superiore. Riempito
da un determinato volume di liquido incongelabile, è
posto in equilibrio su di un fulcro. La pressione, o
la depressione, determina lo squilibrio del sistema
provocando la rotazione del toro segnalata dall'indice
che gli è solidale. Campo da -160 a +160 mm./H2O.
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Guida alla scelta degli strumenti
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Gli
strumenti vanno scelti in funzione di tre esigenze principali:
tipologia di installazione, condizioni di funzionamento
e precisione richiesta.
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Installazione per montaggio locale, diretto su tubazione
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Installazione per montaggio a parete con flangia
o staffa posteriore
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Installazione per montaggio a pannello, incassato
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Il diametro dello strumento
va scelto in funzione della distanza tra il punto di
installazione e la posizione d'osservazione onde permettere
all'operatore l'agevole lettura della misura. |
Condizioni di funzionamento
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A fronte della direttiva 97/23/EC (P.E.D.)
i manometri sono classificati in 2 categorie.
PS <=200 bar: tali strumenti devono
essere progettati e fabbricati secondo una “Corretta
Prassi costruttiva” (SEP Sound Engineering Practice)
e non necessitano della marcatura CE.
PS >200 bar: tali strumenti devono
soddisfare i requisiti essenziali di sicurezza previsti
dalla direttiva PED, sono classificati in Categoria
I e sono certificati secondo il Modulo A. Essi devono
riportare il marchio CE.
Le raccomandazioni qui citate sono un
estratto di quanto indicato nelle normative EN837-1/2/3
ed ANSI B40.1 che l’utilizzatore deve conoscere
per effettuare la messa in servizio in sicurezza degli
strumenti. La sicurezza deriva da un’attenta selezione
e installazione dello strumento, nonché dal rispetto
delle procedure di manutenzione stabilite dal costruttore.
La responsabilità della corretta installazione e manutenzione
è interamente dell’utilizzatore. Le persone addette
alla scelta ed installazione devono essere in grado
di riconoscere le condizioni che influenzeranno negativamente
la capacità dello strumento di realizzare la propria
funzione e possono condurre ad una sua rottura prematura.
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Le seguenti applicazioni, potenzialmente
pericolose, devono essere attentamente considerate:
Sistemi con gas compressi, Sistemi con
ossigeno, Sistemi con idrogeno o fluidi con idrogeno
diffuso, Sistemi con fluidi corrosivi, liquidi o gassosi,
Sistemi a pressione contenenti fluidi esplosivi o infiammabili,
Sistemi con vapore in pressione, Sistemi con pressioni
dinamiche e cicliche, Sistemi dove sovrapressioni potrebbero
accidentalmente essere applicate o dove manometri a
bassa pressione potrebbero essere installati su prese
ad alta pressione, Sistemi dove l’intercambiabilità
dei manometri potrebbe dare luogo a pericolose contaminazioni,
Sistemi contenenti fluidi tossici o radioattivi, liquidi
o gassosi, Sistemi che generano vibrazioni meccaniche,
Sistemi con temperatura di funzionamento diversa da
quella ambiente.
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temperatura
del fluido: fino a 65 °C non si richiede alcun accorgimento,
per temperature comprese tra 65 °C e 150 °C si suggerisce
l'uso di un riccio
di raffreddamento o sifone, o anche un semplice
tubo di isolamento che allontani lo strumento dal punto
caldo abbassando la temperatura del fluido a diretto
contatto dell'elemento sensibile. Per temperature superiori
a 150 °C gli strumenti vanno realizzati con materiali
adatti e si consiglia sempre l'adozione di un riccio
di raffreddamento. Se equipaggiati con
separatore
di fluido andranno tarati in fabbrica alla temperatura
di esercizio.
All'interno dell'elemento sensibile non
deve essere consentito al fluido di gelare o cristallizzare.
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natura
del fluido: se pulito ed inerte, non si richiedono
particolari accorgimenti, se sedimentoso si utilizzeranno
manometri a membrana od equipaggiati con un idoneo separatore
di fluido, se corrosivo si avrà cura di scegliere materiali
resistenti al fluido da misurare, vedi
tabella corrosione-materiali.
L’elemento sensibile è generalmente caratterizzato
da ridotto spessore, e lavora quindi in condizioni di
notevole stress meccanico. La compatibilità chimica
con il fluido da misurare deve perciò essere presa in
considerazione. Nessuno dei comuni materiali può considerarsi
immune dall’attacco chimico e vari fattori ne influenzano
l’entità: concentrazione, temperatura e tipo di miscela
tra varie sostanze chimiche. L’attacco chimico può portare
rapidamente alla rottura per corrosione.
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rottura per corrosione: si verifica
quando il materiale dell’elemento sensibile è sottoposto
ad attacco chimico da parte delle sostanze contenute
nel fluido da misurare o nell’ambiente circostante il
sistema in pressione. Il danno si manifesta sotto forma
di perdita puntiforme o un principio di cricca da fatica
in seguito all’indebolimento del materiale. In questo
caso deve essere considerato l’impiego di un separatore
di fluido realizzato nel materiale adatto. L’aggiunta
di un separatore può però influire sulla sensibilità
o sulla precisione o su entrambi. In alternativa al
separatore di fluido, si può considerare la scelta dell’elemento
sensibile in AISI316 o Monel 400 o altro materiale idoneo.
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valore
del fondo scala: la scelta del valore di fondo scala
dello strumento va fatta tenendo conto che:
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strumenti a molla Bourdon, per pressione costante
e fino a 60 bar la pressione di esercizio deve essere
compresa tra il 25% ed il 75% del fondo scala, per
pressione pulsante o maggiore di 60 bar è opportuno
non superare il 50% del fondo scala.
Se il fondo scala dello strumento
è identificato da un triangolino nero la pressione
d’esercizio può diventare del 90% per pressioni
pulsanti e del 100% per pressioni statiche.
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strumenti con elemento sensibile a membrana, a capsula,
a soffietto, non superare il 50% del valore di fondo
scala.
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pressione
pulsante: in presenza di pressione pulsante (presse,
pompe, centraline oleodinamiche, compressori, ecc...
sviluppanti variazioni rapide e continue) si consiglia
l'utilizzo di strumenti con elemento sensibile a molla
Bourdon in acciaio inox AISI 316. Pressioni
dinamiche e cicliche sono la causa di una notevole riduzione
della durata dell'elemento sensibile e del movimento
amplificatore del manometro. Sono generalmente evidenziate
da oscillazioni di grande ampiezza dell'indice. E’ necessario
ridurre tali pressioni pulsanti interponendo uno
stabilizzatore
di pressione tra la sorgente della
pressione e lo strumento. Anche il riempimento della
custodia con un liquido viscoso, può ridurre l’effetto
nocivo delle pulsazioni sulle parti in movimento del
manometro. Una scelta non corretta dello strumento può
portare ad una rottura per fatica.
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rottura per fatica: è causata
dallo stress meccanico indotto dalla pressione e si
manifesta con una piccola cricca, dall’interno verso
l’esterno, generalmente lungo uno spigolo. Queste rotture
sono più pericolose se avvengono misurando gas compressi
anziché liquidi. Le rotture per fatica rilasciano il
fluido lentamente, cosicché l’aumento della pressione
all’interno della cassa è avvertita dall’apertura dello
sfiato di sicurezza. Se si misurano alte pressioni con
il punto di lavoro prossimo al valore massimo di stress
ammissibile, il guasto potrebbe degenerare in un’esplosione.
In questo caso, una strozzatura dovrà essere posta nel
perno dello strumento, onde limitare il flusso del fluido.
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colpi di ariete: il colpo d'ariete
è dovuto all'elevata accellerazione o decellerazione
di un liquido in una canalizzazione, generalmente originata
da un cambiamento improvviso di regime (arresto pompa,
rapida chiusura di una valvola). Un accumulatore idro-pneumatico
posto in prossimità dell'apparecchio che origina il
problema generalmente sopprime il fenomeno. Utilizzando
dei rubinetti
portamanometro
si possono escludere gli strumenti dalla pressione di
circuito ed inserirli solo al momento della lettura. |
sovrapressione: su circuiti generanti elevate
sovrapressioni si dovranno utilizzare strumenti costruiti
con specifici accorgimenti, oppure corredarli di un
limitatore di
pressione tarabile.
Ogni sovrapressione crea sollecitazioni nell'elemento
sensibile e, conseguentemente, ne riduce la durata e
la precisione. E’ quindi preferibile utilizzare uno
strumento il cui valore di fondo scala sia più grande
della pressione massima d’esercizio e che di conseguenza,
assorba più facilmente sovrapressioni e colpi di pressione.
Si consideri comunque che l’insorgere anche di un solo
evento può portare alla rottura per sovrapressione.
rottura per Sovrapressione: è
causata dall’applicazione di una pressione superiore
al limite massimo dichiarato per l’elemento sensibile
(può accadere ad esempio, quando uno strumento per basse
pressioni viene installato in un sistema ad alta pressione).
Gli effetti di questo tipo di guasto, comunemente più
rilevanti in caso di misura di gas compressi, sono imprevedibili
e possono essere causa dell’esplosione con proiezione
di parti dello strumento in ogni direzione. L’apertura
del dispositivo di sicurezza posto sulla cassa, non
sempre assicura il contenimento dei frammenti. Il solo
trasparente non garantisce adeguata protezione, ed è
anzi in questo caso il componente più pericoloso. E’
generalmente accettato che l’utilizzo di uno strumento
a fronte solido con fondo removibile riduca la possibilità
che frammenti siano proiettati verso il fronte dello
strumento, dove l’operatore sosta per effettuare la
lettura. Impulsi di sovrapressione di piccola durata
(spikes) possono verificarsi in sistemi pneumatici o
idraulici, specialmente in seguito ad apertura e chiusura
di valvole. L’ampiezza di questi impulsi può essere
molte volte la pressione di esercizio, e la gran velocità
con cui si verificano ne impedisce la lettura sullo
strumento, risultando così invisibili all’operatore.
Possono causare una rottura definitiva dello strumento
oppure un errore permanente di zero. Una strozzatura
riduce l’ampiezza del picco (spike) di sovrapressione
trasmesso all’elemento sensibile. L’impiego di una valvola
limitatrice
di pressione, protegge lo strumento da tutte le
pressioni superiori a quella alla quale è tarata la
valvola stessa, proteggendo così lo strumento dalle
sovrapressioni.
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rottura per esplosione: si verifica
in seguito al rilascio violento di energia termica dovuta
a reazioni chimiche, come quella della compressione
adiabatica dell’ossigeno alla presenza di idrocarburi.
E’ generalmente accettata l’impossibilità di prevedere
gli effetti di questo danno. Persino l’impiego di uno
strumento a fronte solido non esclude la proiezione
di frammenti verso il fronte dello strumento. I manometri
adatti per impiego su ossigeno riportano la scritta
“Oxigen - Use no Oil” e/o il simbolo dell’oliatore
sbarrato sul quadrante. Gli strumenti vengono forniti
opportunamente lavati e sgrassati con prodotti idonei
e imballati in sacchetti di polietilene. L’utente userà
le dovute cautele in modo che il livello di pulizia
dell’attacco e dell’elemento elastico siano mantenuti
dopo la rimozione del manometro dal proprio imballo.
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caduta di pressione: nelle cadute
di pressione (frequenti ad es. sulle presse idrauliche)
è opportuno applicare strumenti con arresto elastico
della lancetta e considerare l'installazione di uno
stabilizzatore
di pressione. |
vibrazioni: le vibrazioni meccaniche per quanto
possibile sono da sfuggire. Quando il
supporto effettivo del manometro è soggetto a vibrazioni,
possono essere prese in considerazione soluzioni diverse
quali: a) impiego di manometri a riempimento di liquido;
b) strumenti montati a distanza e collegati mediante
tubi flessibili (per vibrazioni forti o irregolari).
La presenza di vibrazioni può essere rilevata da continue
oscillazioni, spesso irregolari, della punta dell'indice.
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rottura per vibrazioni: il più
comune modo di rottura per vibrazioni è causato da una
usura abnorme delle parti in movimento, che dapprima
si manifesta come graduale perdita di precisione, per
arrivare poi ad una totale mancanza di movimento della
lancetta indicatrice.
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rottura da fatica indotta da vibrazioni:
altro effetto delle vibrazioni a grande ampiezza può
essere quello di causare cricche da fatica nella struttura
dell’elemento sensibile. In questo caso la fuoriuscita
del fluido può essere sia lenta sia veloce, arrivando
ad essere persino esplosiva.
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custodie riempite di liquido:
il liquido di riempimento è generalmente utilizzato
per smorzare le vibrazioni delle parti in movimento
dovute a vibrazioni e/o pulsazioni. Occorre molta attenzione
nella scelta del liquido ammortizzante se l’utilizzo
è previsto con fluidi ossidanti come ossigeno, cloro,
acido nitrico, perossido d’idrogeno, etc. Alla presenza
di agenti ossidanti infatti, esiste un rischio potenziale
di reazione chimica, accensione ed esplosione dello
strumento. In questo caso devono essere utilizzati liquidi
di riempimento a base di fluoro o cloro. Per contenere
il liquido ammortizzante all’interno della custodia
i manometri sono costruiti e spediti in esecuzione sigillata.
In alcuni casi, durante l’installazione, è necessario
ventilare la custodia seguendo le istruzioni riportate
sulle etichette apposte sugli strumenti stessi. Particolare
attenzione va riposta sulla natura del liquido di riempimento
e sui loro limiti d’utilizzo in funzione della temperatura
ambiente.
liquidi di riempimento: temperatura
ambiente: Glicerina 98% +15…+65°C (+60…+150°F) - Olio
siliconico -45…+65°C (-50…+150°F) - Liquido fluorurato
-45…+65°C (-50…+150°F).
In caso di montaggio radiale, specialmente
se la custodia è riempita di liquido ammortizzante e
le vibrazioni sono di grande entità, deve essere considerata
la possibilità di rotture, dovute alla notevole massa
in vibrazione del manometro. In questo caso un attacco
al processo filettato da ½” deve essere considerato
requisito minimo indispensabile.
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strumenti per gas ad alta pressione:
secondo le norme EN 837.1 nei sistemi
con gas compressi è opportuno scegliere il tipo di strumento
con adeguato grado di sicurezza. In caso di rottura
imprevista dell’elemento sensibile, il gas compresso
deve uscire all’esterno della custodia attraverso il
dispositivo di sicurezza, evitando così la frammentazione
dello strumento.
Per liquidi e gas fino a 25 bar di fondo
scala il dispositivo di sicurezza sarà costituito da
uno sfiato di sicurezza che si apre allorché la pressione
all’interno della custodia chiusa supera un certo valore
di sicurezza, mettendola in comunicazione con l’ambiente.
Per gas con fondo scala oltre i 25 bar
il dispositivo di sicurezza sarà costituito dalla totalità
del fondello posteriore che funge da sfiato, con l’aggiunta
di una parete separatrice tra elemento sensibile e trasparente,
chiamata fronte solido, che è un’ulteriore protezione
per l’operatore.
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strumenti per acetilene: l'acetilene
in presenza di rame o argento può formare un composto
esplosivo. |
strumenti per ossigeno: l'ossigeno
sotto pressione forma un composto esplosivo se a contatto
con olio e grassi. Leggere "rottura per esplosione"
e "custodie riempite di liquido" per ulteriori avvertenze.
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Installazione
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Gli strumenti possono perdere le loro
caratteristiche durante il trasporto nonostante un adeguato
imballaggio e dovrebbero essere controllati prima dell’uso.
La corretta calibrazione può essere verificata anche
escludendo lo strumento dal processo per mezzo della
valvola d’intercettazione e verificando che la lancetta
ricada entro il segno posto sullo zero (salvo che la
temperatura sia molto diversa da 20°C). Un mancato ritorno
a zero dell’indice significa un importante danno allo
strumento.
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Per facilitare la rimozione a scopi di
manutenzione, può essere inserita una valvola di intercettazione
tra il manometro e l’impianto. L’attacco di pressione
deve essere a tenuta stagna. Se la filettatura dell’attacco
a pressione è cilindrica, la tenuta viene realizzata
tramite guarnizione ad anello stretta tra le due facce
piane di tenuta, una della presa di pressione e l’altra
dell’attacco al processo dello strumento. Se la filettatura
dell’attacco a pressione è conica, la tenuta viene realizzata
tramite il semplice avvitamento dell’attacco sulla presa,
dall’accoppiamento delle filettature. E’ pratica comune
però realizzare una nastratura di PTFE sul filetto maschio
prima dell’accoppiamento. In entrambi i casi, occorre
applicare il momento torcente tramite due chiavi esagonali,
una applicata sulle facce piane dell’attacco al processo
dello strumento, e l’altra su quelle della presa di
pressione.
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Non eseguire il serraggio facendo
forza sulla custodia, perché tale operazione potrebbe
danneggiare lo strumento. All’atto della prima messa
in pressione, si deve verificare che l’attacco sia a
tenuta stagna. Tutti gli strumenti devono essere montati
in maniera tale che il quadrante risulti in posizione
verticale (±10°), salvo diversa indicazione riportata
sullo stesso. Quando lo strumento incorpora un dispositivo
di sicurezza, deve essere garantita una distanza minima
di 20 mm. da qualsiasi oggetto adiacente. Nei tipi per
montaggio a pannello o a parete, accertarsi che il tubo
adducente il fluido in pressione s’inserisca nell’attacco
dello strumento senza esercitare tensioni e forzature.
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Per
gli strumenti con capillare prestare attenzione che
il capillare non venga torto onde non generare restrizioni
o cricche, inoltre lo strumento indicatore dovrà trovarsi
allo stesso livello del separatore, diversamente provvedere
all'azzeramento della lancetta in loco. Nelle installazioni
con capillare si consiglia di scegliere separatori di
fluido con attacco girevole oppure a flangia per facilitare
il montaggio. Il circuito tra indicatore e separatore
non va manomesso per alcuna ragione.
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effetto delle colonne
di liquido: l'installatore deve essere a conoscenza
del fatto che se sullo strumento agisce il carico derivante
da una colonna di liquido, si deve effettuare la calibrazione
compensando tale influenza. In questo caso, la compensazione
deve essere indicata sul quadrante e, pertanto, va comunicata
in fase di ordinazione.
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messa in servizio: la messa in
servizio deve sempre essere eseguita con attenzione
per evitare colpi di pressione o variazioni improvvise
di temperatura. Le valvole
di intercettazione devono perciò essere aperte lentamente.
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utilizzo: non è raccomandato l’utilizzo
di strumenti per l’indicazione dei valori prossimi allo
zero, poiché in quell’area la tolleranza della precisione
può essere una grande percentuale della pressione applicata.
Per questa ragione, gli strumenti non devono essere
impiegati con lo scopo di indicare la pressione residua
entro contenitori a grande volume come serbatoi, autoclavi
e simili. Infatti, una pressione pericolosa per l’operatore
può rimanere all’interno del contenitore nonostante
lo strumento indichi pressione zero. E’ opportuno inserire
un dispositivo di ventilazione sui serbatoi per raggiungere
il valore di zero pressione, prima di rimuovere coperchi,
connessioni o compiere azioni similari.
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Temperatura ambiente: è difficile
isolare uno strumento da temperature ambiente troppo
alte o troppo basse. Una soluzione consiste nell'allontanarlo
dalla sorgente di calore o di freddo, quando ciò è possibile.
Nel caso in cui uno strumento con classe di precisione
0,6 o migliore venga utilizzato ad una temperatura ambiente
diversa da quella di riferimento (20 °C ± 2 °C), deve
essere apportata una correzione.
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Non è raccomandabile che strumenti vengano
installati successivamente su sistemi aventi fluidi
di esercizio diversi per evitare insorgenza di reazioni
chimiche che producano esplosioni, in seguito a contaminazione
delle parti bagnate.
Accertarsi che l’indicazione sul quadrante
di una pressione fissa per un tempo prolungato, non
sia dovuta ad otturazione del condotto di adduzione
della pressione all’elemento sensibile. Soprattutto
nel caso sia indicata pressione zero, assicurarsi che
non ci sia pressione all’interno del manometro prima
dell’eventuale smontaggio, isolandolo tramite la valvola
di intercettazione.
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Manutenzione
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La sicurezza generale di un'installazione
spesso dipende dalle condizioni di esercizio degli strumenti
che essa contiene. E’ essenziale che le misurazioni
indicate da detti strumenti siano affidabili. Pertanto,
ogni strumento le cui indicazioni sembrino anormali
deve essere immediatamente rimosso, verificato o ritarato
se necessario. Il mantenimento della precisione dovrebbe
essere confermato mediante controlli periodici. Le verifiche
e le ritarature devono essere eseguite da personale
competente, utilizzando apparecchiature di prova adeguate.
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Ogni 3/6 mesi dall’installazione, controllare
la precisione e l’usura delle parti in movimento e il
livello di corrosione dell’elemento sensibile. Per gli
strumenti utilizzati su impianti con condizioni gravose
(vibrazioni, pressioni pulsanti, fluidi corrosivi, o
sedimentosi etc.) prevedere la loro sostituzione secondo
la frequenza prevista dalle procedure di impianto.
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Il fluido di calibrazione e prova deve
essere compatibile con il fluido da misurare sul sistema
in pressione. Fluidi contenenti
idrocarburi non devono essere impiegati quando si misureranno
ossigeno o altri ossidanti.
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Gli strumenti conservati nell’imballo
originale standard (in scatole di cartone) devono essere
sistemati in locali chiusi ed al riparo dall’umidità:
in questo caso non occorrono particolari attenzioni.
Se gli strumenti sono imballati in modo speciale, (in
casse di legno rivestite di carta catramata o in sacchi
barriera) è sempre opportuno riporli in locali possibilmente
chiusi e in ogni caso al riparo dagli agenti atmosferici;
le condizioni dei materiali imballati devono essere
verificate ogni 3-4 mesi, specie se le casse sono sottoposte
all’azione degli agenti atmosferici. La temperatura
dell’area di stoccaggio dovrà essere compresa tra -20
e +65 °C salvo diversa indicazione del costruttore.
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